Como negli ultimi due mesi è stata oggetto di una crescente attenzione mediatica dovuta alla presenza presso la Stazione FS San Giovanni di un consistente numero di profughi provenienti dal Corno d’Africa. Il loro sogno di andare in Germania spesso per ricongiungersi alla loro famiglia si è fermato contro la frontiera svizzera, rafforzata da personale giunto appositamente dai cantoni di lingua tedesca per bloccare i migranti. Si sono così trovati a dormire all’addiaccio, nell’indifferenza delle istituzioni che forse speravano che non dando assistenza li avrebbero spinti a tornare indietro. Sono state raccolte testimonianze di umiliazioni inflitte ai migranti dalla polizia elvetica, umiliazioni che questi ragazzi pensavano di essersi lasciati alle spalle una volta lasciata l’Etiopia prima e la Libia poi.
Come Giovani Comunisti/e abbiamo da subito dato la nostra adesione alla neonata rete Como Senza Frontiere, che comprende forze politiche e sociali cattoliche e della Sinistra, la parrocchia di Rebbio e vari cittadini senza un preciso riferimento organizzativo.
Nelle prime settimane abbiamo fornito un appoggio essenzialmente logistico, portando cibo, abbigliamento e coperte. A questo si è sommata l’iniziativa politica con gli appelli alle istituzioni e con la lettera firmata dall’Europarlamentare Eleonora Forenza al Prefetto. Abbiamo contrastato efficacemente le iniziative dei fascisti che, camuffandosi dietro un’associazione con il logo del Comune, hanno organizzato una manifestazione di poco più di venti persone. Il presidio antifascista chiamato dalla rete antifascista di cui facciamo parte ha invece visto circa 150 persone e interventi politici del segretario regionale della FIOM Lombardia e della Funzione Pubblica Como.
Questo fine settimana toccherà alla Lega Nord provare l’ennesima parata razzista, ma Como ha già risposto coi fatti a questi figuri, dimostrando una solidarietà inaspettata.
In settimana dovrebbe partire un campo gestito dalla Croce Rossa e dalla Caritas, con la possibilità per la nostra rete di accedere e di mantenere così la gestione della situazione smilitarizzata, evitando che si ripetano episodi come quello di Ventimiglia.
Questa esperienza ci ha visti crescere, politicamente e umanamente, e ha visto soprattutto tutta la città – al netto dei soliti razzisti della domenica che si sfogano sui social networks invocando i lanciafiamme – prendere coscienza di una situazione difficile. Gli sguardi di quei giovani uomini e donne, di quei bambini che hanno attraversato il deserto e il Mediterraneo, che hanno patito immense sofferenze, non possono lasciare indifferenti coloro che credono in un mondo più giusto e nella necessità di lottare per ottenerlo.
Proseguiremo il nostro impegno, a fianco dei tanti che si sono mobilitati e a fianco soprattutto dei migranti, le cui necessità devono restare prioritarie rispetto a qualunque volontà politica.